“So save your predictions
Dance of Clairvoyant – Pearl Jam
And burn your assumptions
Love is friction
Ripe for comfort
Endless equations
And tugging persuasions
Doors open up
To interpretation
Expecting perfection
Leaves a lot to ignore
When the past is the present
And the future’s no more… Stand back when the spirit comes
Stand back“
Fin dai primi giorni in cui questa ennesima, assurda e inutile guerra è iniziata, si è iniziato a cercare segni e premonizioni, quasi a tentare di esorcizzare o dare un senso a quanto sta accadendo.
Molti si sono messi alla ricerca di profezie, e sono inciampati casualmente sulle profezie di Baba Vanga, spesso deridendo le “intuizioni” della chiaroveggente oppure considerandole all’opposto come “vangelo”.
Mi domando però, quanti di quelli che hanno scritto di Baba Vanga siano mai stati a Rupite il luogo dove la “Santa” ha vissuto. Quanti abbiano letto da fonti “ufficiali” della Casa madre di Rupite le profezie di Baba Vanga raccolte nei dialoghi con le persone, molte autorevoli e famose, che la sono andata a trovare dal 1942 al 1996.
Non so dirlo, posso dire però che ho avuto la fortuna di visitare Rupite, la Chiesa di Santa Pekhta e percepire le peculiari energie che sprigionano dal luogo in cui ha vissuto la veggente. Rupite è una sorta di wormhole, un nesso tra realtà in cui si percepisce un’energia altra. Suggestione? Può darsi, ma vi invito a visitare il Santuario della veggente ora che finalmente sembra si possa ricominciare a viaggiare in maggior sicurezza.
Sulla scorta delle suggestioni che venivano dai quotidiani mi è venuta voglia di rileggere le rivelazioni di Baba Vanga per cercare traccia della profezia citata da vari giornalisti che più o meno dovrebbe essere la seguente: “gloria di Vladimir, la gloria di tutta la Russia, nessuno potrà fermare la Russia.”
E a questo punto mi starete domandando, esiste davvero questa profezia? Come direbbe Alberto Angela, se avrete la pazienza di seguirmi lo scoprirete.
Ma prima di tutto visto che se ne parla tanto, chi era Baba Vanga?
Vangelija Pandeva Dimitrovanasce a Strumica paese oggi facente parte del territorio della Repubblica di Macedonia del Nord, ma che è stato successivamente parte della Serbia e per ultimo della Bulgaria. Vi nasce il 31.01.1911, pochi anni prima dell’inizio della Grande Guerra e muore a Sofia l’11 agosto del 1996. Vive per gran parte della sua vita proprio a Rupite, un piccolo villaggio vicino Melnik, località nota per la produzione di un ottimo vino autoctono, nella regione di Blagoevgrad, e qui ha tempo per vivere i drammi delle due guerre e dell’alcolismo del marito che segnerà parte della loro vita in comune.
La piccola Baba nasce prematura e soffre di una serie di complicazioni mediche. I genitori preoccupati per la sua sopravvivenza non hanno pensato ancora ad un nome quando quando piange per la prima volta, e allora, racconta la leggenda, l’ostetrica uscì in strada e chiese ad un passante di dirle un nome; questi propose Andromaha, ma il nome fu rifiutato perché “troppo greco”, dato che la società bulgara stava attraversando un periodo di sentimenti anti-ellenici, sentimenti ancora presenti oggi sia nella cultura bulgara che in quelle macedone. La proposta di un secondo passante fu Vangeliia: quest’ultimo era più popolare tra i bulgari della regione e fu, quindi, accettato.
ll padre di Vangelia fu arruolato nell’ esercito bulgaro durante la prima guerra mondiale, mentre sua madre morì poco dopo; questi due avvenimenti lasciarono Vanga in balia delle cure e della carità dei vicini e degli amici di famiglia per gran parte della sua infanzia. Dopo la guerra, la città di Strumica passò dal controllo bulgaro a quello serbo e le autorità serbe arrestarono il padre per le sue attività a sostegno dei bulgari confiscando tutte le proprietà della famiglia, che visse in povertà per molti anni. Vanga era considerata molto intelligente per la sua età e le sue tendenze verso il mondo del paranormale iniziarono a manifestarsi quando escogitò un gioco chiamato “la guarigione“, in cui lei impersonava una curatrice e prescriveva delle erbe ai suoi amici, che fingevano di essere malati. Il padre, vedovo, si risposò e diede alla figlia una matrigna.
Il punto di svolta della vita della ragazza, e di cui però non si trovano resoconti univoci, fu un tornado che travolse Vanga e la scagliò in un campo vicino. Fu ritrovata dopo una lunga ricerca terrorizzata, e con gli occhi coperti di sabbia e polvere incapace di aprirli per il dolore. Il denaro disponibile alla famiglia permise solo un’operazione parziale per curarla dalle ferite ricevute e ciò risultò in una graduale perdita della vista.
Nel 1925, poi, Vanga venne mandata presso una scuola per ipovedenti nella città di Zemun, dove imparò a leggere in braille, suonare il pianoforte ed effettuare piccoli lavori domestici come il cucito, la cucina e la pulizia. Dopo la morte della matrigna, fu costretta a tornare a casa per prendersi cura dei suoi fratelli più piccoli.
Durante la seconda guerra mondiale, il mito di Vanga comincia ad attrarre a sé seguaci, convinti delle sue abilità di cura e chiaroveggenza. Un gran numero di persone inizia a visitarla sperando in un aiuto per rintracciare i propri parenti dispersi o trovare il luogo dove essi avevano trovato la morte. L’8 aprile del 1942, addirittura lo zar bulgaro Boris III le fece visita, per avere lumi sul futuro della nazione.
Non è facile comprendere su cosa si basassero le capacità divinatorie della chiaroveggente. Vanga affermava che le sue straordinarie capacità avevano qualcosa a che fare con la presenza di creature invisibili, ma non riusciva a spiegare chiaramente la loro origine. Le creature le davano informazioni che non potevano trasmettere direttamente su persone o eventi, ma senza dare l’esatta d’indicazione di quando queste cose sarebbero avvenute, visto che per loro gli stessi concetti di tempo e spazio non avevano molto senso. Secondo Vanga, la vita di tutti coloro che le stavano di fronte era come un film, proiettato dalla nascita sino alla morte, e quindi poteva prevedere il loro futuro, ma non era in grado di cambiarlo.
Una caratteristica anomala nella sua figura fu la tolleranza che i vertici sovietici riservarono alla sua attività di chiaroveggenza. Il governo comunista, infatti, perseguitava coloro che si dichiaravano indovini o quanto meno cercavano di evitare che la loro fama si espandesse, vedendo nella chiaroveggenza una superstizione del passato da estirpare. Tuttavia, Vanga non solo fu tollerata, ma anche consultata da alcuni esponenti governativi sia sovietici sia bulgari, cosa che la rese l’unica indovina sostenuta dallo Stato nei tempi moderni. Questa circostanza ha fatto crescere il dubbio, tra gli oppositori, che alcune delle sue previsioni fossero elaborate usando i dati dei servizi segreti.
E’ innegabile dall’analisi delle profezie che il legame di Baba Vanga con la Russia fosse fortissimo, la veggente sottolinea più volte che la Bulgaria sarà grande e salva solo se non reciderà il suo rapporto con la Russia, l’unico paese che può rendere grande la patria dei Traci. Altrettanto stretto era il legame di molti cittadini russi con la chiaroveggente, tanto è vero che spesso politici e uomini influenti nel tempo si sono recati da lei, soprattutto durante il periodo sovietico, sperando in buone profezie. Sembrerebbe che l’abbia visitata addirittura Leonid Breznev, però non ne abbiamo prova certa.
Ma ritornando alla domanda principale.
Cosa ha veramente previsto Baba Vanga?
Vi propongo alcune profezie sulla Russia come pronunciate dalla veggente al visitatore di turno, dove possibile dando anche qualche dato su chi era la persona venuta a chiedere lumi alla Santa e chissà che non spunti fuori la profezia citata.
Nel 1993 in una conversazione con Mariana Konova (da quel che ho potuto ricostruire una imprenditrice di Sofia), Baba Vanga afferma: “Non dovremo rompere la nostra amicizia con la Russia. Il Grande Padre Ivan ci salverà non il fratello John”. Non sono riuscito a capire chi siano Ivan e John ma è chiaro che si riferisca a personaggi legati al mondo russo e americano, anche se probabilmente non per forza di cose contemporanei alla profezia.
In una conversazione con Yanka Takeva (presidentessa del sindacato dei maestri, amica di Baba Vanga) all’inizio degli anni novanta dice: “L’Europa non migliorerà la situazione bulgara. La vita nel nostro paese migliorerà solo quando ci alleeremo con la Russia. Lo statista che incoraggerà la nostra relazione con la Russia troverà il giusto cammino per la Bulgaria.”
E ancora predice a Venelin Kotsev (segretario del partito comunista bulgaro, membro del Politburo) “La Bulgaria troverà la giusta strada. Restaurerà la relazione amichevole con Russia e Turchia e farà la differenza”.
Ma veniamo a quella che secondo i giornalisti italiani potrebbe essere la citata profezia del 1979 così come viene riportata dal libro “Vanga. Wisdom and Phrophesies” di Zheny Kostadinova del 2013: “Ora la Russia è chiamata Unione. Tuttavia la vecchia Russia sarà restaurata e sarà chiamata come durante il regno di San Sergij. La sua superiorità spirituale sarà riconosciuta da tutti compresa l’America. Questo avverrà dopo sessanta anni (dal 1979 in cui la profezia viene rivelata a Valentin Sidorov un reporter). Tre paesi diverranno più vicini che mai Cina, India e Russia. La Bulgaria sarà con loro solo se rimarrà con la Russia”.
Se questa è la profezia del 1979 spesso citata (nel libro è l’unica profezia che parla della Russia riferita a quel preciso anno) non vi è alcun riferimento a un “Vladimir”, a meno di non vederci un’assimilazione con la figura di San Sergij.
Sergij Radonežskijanche chiamato Sergej Radonežskij e Sergio di Radonež (1322-25 settembre 1392), fu la più autorevole guida spirituale e riformatore monastico della Russia medievale.
Come narrato dalla sua Vita, scritta nel medioevo, nacque da una famiglia boiara appartenente all’alta aristocrazia feudale, nei pressi di Rostov, ma fu costretto in giovane età a trasferirsi a Radonež a causa dell’improvvisa situazione economica disagiata dei suoi genitori, Cirillo e Maria, costretti a tale passo dopo aver perso tutti i loro beni per la conquista della città da parte di Ivan I di Russia (l’Ivan della prima profezia?) e della successiva deportazione degli abitanti.
Alla morte dei genitori, Sergio, spinto da visioni mistiche che lo spronavano a dedicarsi totalmente alla fede, convinse il fratello Stefano ad abbandonare il monastero dove risiedeva e a seguirlo nella vita claustrale fondando il primo nucleo del monastero che diventerà famoso con il nome di Troice-Sergieva Lavra.
Dopo poco tempo Stefano scelse nuovamente di vivere in un monastero di Mosca, mentre Sergej, trascorse più di un anno solo nel bosco come eremita. Presto tuttavia altri monaci decisero di unirsi a lui e nel 1354 convinsero Sergej a diventare l’egumeno dell’eremo, ruolo che corrisponde a quello di padre superiore. La regola della comunità ripercorreva quella del Pečerska Lavra di Kiev, il cui fondatore, Teodosio di Pečerska. Poiché sempre più monaci continuavano ad aggiungersi al nucleo originario, attirati dalla figura di Sergio, presto si formò un posad (insediamento), che successivamente crebbe fino a diventare il paese di Sergiev Posad.
Pur vivendo una vita ascetica, però, Sergio prese parte per ben due volte alla vita politica del proprio Paese. La prima quando fu inviato dallo stesso Alessio a sedare una rivolta nelle città di Tver’ e di Nižnij Novgorod, e una seconda volta nel 1380, in occasione della rivolta contro i tatari dell’Orda d’Oro, che porterà alla vittoriosa battaglia di Kulikovo. Alcuni storici interpretano queste azioni attribuendo al santo l’interesse politico della pacificazione e dell’unione delle terre russe sotto la guida di Mosca, forse alcuni sono stati portati a sostituire a Sergej in nome Vladimir.
Più che questa profezia un’altra mi sembra maggiormente legata ai tempi che stiamo vivendo: “Il socialismo ritornerà in un’altra forma. Ci sarà di nuovo l’Unione Sovietica ma sarà completamente nuova. Ci saranno cooperative agricole e la Bulgaria supererà le difficoltà. Potrà guardare al futuro solo insieme alla Russia, che è la nostra madre. E’stata e sarà un grande potere. “ (incontro con il Professor Dimitar Filipov nel 1991).
In un’altra conversazione con Yanka Takeva, senza data certa, afferma inoltre: “Verrà il giorno in cui le madri russe daranno alla luce un popolo di pura spiritualità e le madri americane un popolo tecnologico. Così entrambe le nazioni faranno del mondo un posto migliore”, profezia che si lega un auspicio di pace: “Ci sarà un tempo in cui i confini sulla terra spariranno e i popoli vivranno in pace e nella comprensione reciproca” (conversazione con Nikola Delev figlioccio della veggente primi anni ottanta).
Come potete vedere si tratta di profezie molto vaghe in cui chiunque può vederci presagi e segni di quel che in un dato momento storico sta vivendo il proprio popolo o la propria comunità.
Come accaduto, però, per i profeti Milos e Mitar Tarabic di cui potete leggere di più nel post a loro dedicato sul mio vecchio blog, in alcuni casi Baba Vanga è stata molto più precisa, divinando fatti verificabili storicamente.
In una conversazione con lo scrittore Rangel Ignatov del 1968, infatti, profetizzò: “La Cecoslovacchia si dividerà in due parti. Tutto avverrà pacificamente e senza spargimento di sangue”.
Ancora, nel 1992, in un colloquio con Boyka Tsvetkova vaticinò: “Vedo un muro verde a Cipro, rimarrà su per qualche tempo e poi verrà buttato giù”.
Ma è riguardo alla Siria e al dramma che si è vissuto e che ancora si sta vivendo nel paese che le profezie molteplici di Baba Vanga risultano davvero sorpendenti.
Nel 1981 profetizza: “La Siria inizierà una grande guerra nel 1984 e il Libano avrà problemi provenienti da tutte le direzioni” (conversazione con Kasimira Stoyanova).
Ancor prima, nel 1975, in una conversazione con il prof. Nikola Shipkovensky: “Oh caro, cosa vedo che avverrà in Siria! E’ scritto nella Bibbia. Povera gente, ci sarà un tempo in cui non rimarrà una pietra sopra l’altra, ma per ora è ancora presto perché accada questo”.
Per ultimo queste parole comunicate a Krasimira Stoyanova nel 1981: “L’Umanità affronterà molti cataclismi e eventi turbolenti. Ci saranno tempi difficili e la gente sarà divisa in gruppi a seconda della propria fede. Gli antichi maestri torneranno sulla terra. Ma non avverrà subito, la Siria non è ancora collassata.”
Molte altre cose ha profetizzato Baba Vanga, tra cui il ritorno di Simeone I in Bulgaria non come re ma come semplice politico, oppure la diffusione dell’AIDS, e chissà anche la pandemia da Covid – 19. Ma dai dati che posso recuperare non sembrerebbe aver profetizzato nulla su un tal Vladimir, facciamocene una ragione.
Non c’è nulla di soprannaturale o alto dietro Vladimir Putin, solo la fredda e disumana follia che da sempre guida chi non riesca a percepire il limite delle proprie azioni e considera la terra un luogo su cui imprimere con il sangue il proprio nome.
Ma la terra non è di nessuno e non sta a noi darle un nome.
Così disse Baba Vanga: “Ogni cosa è connessa in Natura, c’è un ordine, un ritmo. La terra segue le stelle, le stelle seguono l’Universo, e quest’ultimo segue Dio. Ogni cosa è strettamente definita nell’Universo e ha il suo tempo e il posto” (conversazione con Boyka Tsvetkova).
Come direbbe Eddie Vedder: ” La natura ha la sua religione, il vangelo della Terra”.
E guai a toccarne l’equilibrio.