Diario di una quarantena

Un anno fa o giù di lì, l’Italia chiudeva i battenti e iniziava la stagione del “tempo sospeso“.

Nonostante non sia una persona che tiene un diario, anche io in quei giorni ho elaborato le mie rabbie, il mio sconcerto e le mie paure in un breve diario che originariamente è stato pubblicato sul mio blog trabalcanieatlantico.

A distanza di un anno lo ripropongo con l’aggiunta di una breve riflessione antropologica, per non dimenticare quei terribili giorni e guardare comunque oltre.

il Covid-19 è un virus subdolo perché colpisce direttamente quello che per noi è naturale, una stretta di mano, un abbraccio, una pacca sulla spalla, quelle piccole ma importanti dimostrazioni di vicinanza che rendono “umano” il nostro vivere. Ci lascia completamente spiazzati perché distrugge in pieno la nostra “normalità” e almeno per noi è davvero la prima volta. E’ vero ci sono state la SARS, l’ Ebola, Chernobyl … ma nulla di tutto ciò ci ha colpito così nel profondo a livello emozionale.